Secondo una recente sentenza della Corte di Giustizia Europea la Francia e il Lussemburgo non potranno applicare un’aliquota IVA ridotta per la fornitura di e-book; sostanzialmente quanto fino ad ora valido per i libri in formato cartaceo non avrà invece valore per le opere editoriali in formato digitale; il possibile danno per il mercato di queste ultime risulta intuibile.
La diatriba in oggetto è ormai nota, per l’Unione Europea infatti gli e-book dovrebbero essere trattati a livello commerciale come dei software o altri servizi intangibili, motivo per il quale l’IVA associata a questo particolare tipo di beni non potrebbe essere equiparata a quella di prodotti materiali con finalità culturali come i testi "fisici".
Alla base della sentenza vi sarebbe un intervento della Commissione Europea, essa infatti avrebbe fatto ricorso contro i due paesi membri precedentemente citati perché fossero dichiarati inadempienti in seguito alla decisione di adeguare l’Imposta sul Valore Aggiunto degli e-book a quella già applicata per i classici prodotti da libreria.
Secondo il parere dei giudici, attualmente la normativa dell’Unione in vigore sull’IVA escluderebbe di fatto ogni possibilità che tale aliquota possa essere ridotta per i servizi che vengono venduti attraverso un canale elettronico; in sostanza la fornitura di un’opera digitale, ancorché protetta da copyright, non potrebbe essere considerata come una cessione di beni.
Più propriamente, sempre secondo la posizione della Corte di Giustizia, la vendita di e-book andrebbe assimilata ad una fornitura di servizi, inoltre, soltanto il supporto fisico che pemette la lettura di un testo elettronico potrebbe essere considerato un "bene materiale", ma quest’ultimo non viene fornito insieme all’acquisto dell’opera digitale.