Una volta acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari, probabilmente troppi considerando le performance di monetizzazione del social network, il miliardario sudafricano Elon Musk ha lanciato un’iniziativa volta al contenimento dei costi, attuando in primis più campagne di licenziamento che in pratica hanno portato a dimezzare il numero di dipendenti in forza al gruppo.
La strategia di ottimizzazione delle spese concepita dall’uomo più ricco del mondo comprendererebbe anche una rinegoziazione completa dei rapporti di fornitura con i provider, tra cui anche AWS (Amazon Web Service) che nello specifico metterebbe a disposizione l’infrastruttura Cloud che consente ad alcuni servizi dela piattaforma cinguettante di rimanere online.
Fin qui tutto bene, se non fosse per il fatto che secondo alcune indiscrezioni Twitter non avrebbe corrisposposto ancora ad AWS le spettanze dovute. Il contratto tra le due compagnie dovrebbe prevedere forniture per 510 milioni di dollari nell’arco di 5 anni e mezzo. Tra le funzionalità coinvolte vi sarebbe in particolare Spaces per il supporto agli audio in live.
Chiaramente i mancati pagamenti, si parta di 70 milioni di dollari, avrebbero portato l’azienda fondata da Jeff Bezos a reagire e i suoi responsabili si sarebbero dichiarati pronti a trattenenere gli importi dovuto dalle campagne pubblicitarie pubblicate su Twitter. Parliamo però di notizie non confermate e le due aziende potrebbero trovare altri modi per trovare un accordo in grado di soddisfare tutti.
AWS non sarebbe attualmente l’unico fornitore di Twitter per quanto riguarda i servizi Cloud. Tra gli altri vi sarebbe anche Mountain View con l’infrastruttura Google Cloud Platform con una fornitura da 1 miliardo di dollari nell’arco di un quinquennio, per il momento non sembrerebbe però che vi siano dei problemi riguardo alle fatture emesse da Big G.