Stando alle notizie circolate nelle scorse ore, il miliardario sudafricano Elon Musk avrebbe richiesto lo spegnimento della rete Starlinlk per bloccare un attacco tramite droni a danno della flotta russa presente lungo la costa della Crimea. Starlinlk è infatti il sistema satellitare che l’Ucraina utilizza dall’inizio del conflitto contro Mosca per le comunicazioni via Internet.
Tali rivelazioni sarebbero contenute nella biografia di Musk scritta dal giornalista delle CNN Walter Isaacson che a brevissmo sarà disponibili in tutte le librerie. Nello specifico Musk avrebbe dato l’ordine perché contrario ad utilizzare i suoi satelliti per un attacco che, a su parere, si sarebbe potuto trasformare in una "Pearl Harbor" in scala ridotta.
Sempre secondo Musk, la risposta più probabile da parte della Russia sarebbe stato un attacco nucleare contro l’Ucraina a cui avrebbe fatto seguito un’imprevedibile escalation a livello mondiale. Proprio per questo motivo il proprietario di Tesla, SpaceX e della stessa Starlink non avrebbe accolto le richieste del ministro ucraino Mykhailo Fedorov contrario alla sua decisione.
A parziale conferma di queste indiscrezioni vi sarebbe un tweet pubblicato su X (ex Twitter) da Mykhailo Podolyak Nel breve post il politico, consigliere di Volodymyr Zelens’kyj, avrebbe affermato che non potendo attaccare le navi russe l’Ucraina avrebbe subito un attacco missilistico da parte della Russia con conseguenti perdite civili.
Sometimes a mistake is much more than just a mistake. By not allowing Ukrainian drones to destroy part of the Russian military (!) fleet via #Starlink interference, @elonmusk allowed this fleet to fire Kalibr missiles at Ukrainian cities. As a result, civilians, children are…
— ??????? ??????? (@Podolyak_M) September 7, 2023
Da parte sua Musk avrebbe negato ogni responsabilità sostenendo che la rete di Starlinlk non è stata mai attiva nella zona in cui sarebbe dovuto avvenire l’attacco. L’azienda avrebbe sì ricevuto delle richieste di attivazione per l’area della Crimea da parte del governo di Kiev, queste però sarebbero state declinate per evitare che una decisione diversa venisse interpretata come atto di guerra.