Nelle scorse ore la piattaforma di streaming audio Spotify ha lanciato con grande successo l’ultima edizione dell’evento Wrapped, un appuntamento virtuale di fine d’anno durante il quale gli utenti possono visualizzare, personalizzare e condividere sui social media un riassunto completo dei brani ascoltati nel corso degli ultimi 12 mesi.
L’entusiasmo degli ascoltatori è stato tale che i server di Wrapped 2023 sarebbero andati offline a causa dell’elevato numero di connessioni. Questo a testimonianza di quanto Spotify sia ormai un riferimento per quanto riguarda l’esperienza musicale di milioni di utenti in tutto il mondo. Questo non ha però impedito all’azienda di procedere al licenziamento di circa 1.500 lavoratori.
Spotify has announced a significant reduction in its workforce. This decision marks the third round of layoffs within the company for the year 2023. Daniel Ek, CEO of Spotify, revealed that approximately 17% of the company’s staff, amounting to around 1,500 employees, will be… pic.twitter.com/WOaFiTchZW
— Rock Feed ?? (@RockFeedNet) December 5, 2023
Parliamo nello specifico del 17% della forza lavoro di Spotify su 8.800 unità assunte. Come sottolineato da Daniel Ek, CEO e fondatore della compagnia scandinava, tale iniziativa si sarebbe rivelata necessaria per incrementare la produttività e l’efficienza dell’organico in vista delle sfide che il servizio dovrà affrontare nel prossimo futuro.
A tal proposito possiamo ricordare che il board di Spotify ha già provveduto ad altri due round di licenziamenti durante l’anno ormai al termine. Il primo risale a gennaio 2023, quando ad essere allontanate furono 600 persone (allora il 6% su circa 9.800 unità), il secondo a giugno, quando invece Spotify perse 200 unità. Il terzo è stato quindi il più pesante dal punto di vista dei tagli.
In tutti i casi Ek e soci avrebbero motivato le loro decisioni riferendosi al rallentamento della crescita economica e alla necessità di contenere i costi di gestione. Nel complesso i bilanci della piattaforma registrerebbero un andamento positivo, ma sembrerebbero essere in calo sia i ricavi derivanti dagli iscritti che gli abbonamenti premium attivati in Nord America.