Un recente emendamento al decreto Milleprorogheche presentato dal governo Conte indica nel Ministero dell’Interno l’unico identity provider incaricato di erogare la SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale). Secondo i promotori dell’iniziativa il Viminale sarebbe attualmente il solo soggetto in grado di garantire la sicurezza della piattaforma e l’identificazione certa dei cittadini.
Stando a quanto previsto nella proposta, il Dicastero oggi guidato da Luciana Lamorgese dovrà lavorare in concerto con il Poligrafico e Zecca dello Stato, per quanto riguarda i servizi correlati ai pagamenti verso la Pubblica Amministrazione tramite PagoPA, e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale, per l’ingegnerizzazione e il coordinamento dei profili coinvolti nel progetto.
Appare abbastanza chiaro che la notizia relativa all’emendamento non verrà accolta favorevolmente dagli identity provider fino ad ora operanti in convenzione. Se l’iniziativa dovesse andare in porto le convenzioni in essere cesseranno di esistere a scadenza e non sarà più possibile stipularne di ulteriori per la fornitura di soluzioni attinenti la SPID.
L’emendamento prevede inoltre una riformulazione del CAD (Codice dell’Amministrazione Digitale), l’insieme delle disposizioni riguardanti l’impiego dell’informatica quale strumento privilegiato per le interazioni tra la PA e i cittadini, che dovrà essere snellito in modo da introdurre specifiche che possano essere implementate con maggiore rapidità.
Sempre secondo le intenzioni dei relatori, attribuire al Ministero dell’Interno il controllo completo sulla SPID permetterà di sviluppare questo sistema sfruttando la medesima esperienza maturata nella realizzazione della Carta d’Identità Elettronica. Inoltre dovrebbe essere garantita quella gratuità del servizio che identity provider privati potrebbero non garantire.