Secondo i dati messi a disposizione dai ricercatori di Rhodium Group, nel corso del 2018 le startup innovative operanti negli Stati Uniti (e in particolare nella Silicon Valley) avrebbero ricevuto finanziamenti per ben 3 miliardi di dollari soltanto dagli investitori cinesi. Nel corso del 2019 le cose potrebbero però andare in modo molto diverso.
La guerra commerciale tra Washington e la Cina starebbe infatti cominciando a produrre i suoi effetti negativi anche per l’high tech USA. Stando ai risultati di un sondaggio svolto recentemente da Reuters i capitali provenienti dall’Asia potrebbero subire un importante decremento proprio a causa delle preoccupazioni riguardanti la probabile imposizione di dazi.
A ciò si aggiunga il fatto che già dallo scorso agosto è in vigore una legge che di fatto limita l’accesso di capitali stranieri negli Stati Uniti per il sostegno a progetti innovativi. Tale normativa, concepita per scongiurare il controllo dall’estero di parte dell’economia americana, si starebbe rivelando controproducente in termini di crescita delle attività coinvolte.
Si tratterebbe di una legge che non ha ancora raggiunto la sua versione definitiva, nonostante ciò sarebbe già riuscita ad azzerare la stragrande maggioranza degli accordi in cui erano coinvolti investitori cinesi in terra statunitense. Da questo punto di vista potrebbero aver giocato un ruolo fondamentale le aspettative poco ottimistiche riguardo alle probabili evoluzioni future dei rapporti tra i due Paesi.
Ad oggi la situazione si sarebbe fatta talmente complicata che diverse startup starebbere rinunciando a priori di accettare finanziamenti provenienti dalla Cina, questo per evitare contestazioni da parte del CFIUS (Committee on Foreign Investment in the United States), l’organizzazione per il controllo sugli investimenti esteri negli USA.