Una recente sentenza della Corte di Giustizia Europa avrebbe sancito la corresponsabilità dei gestori di pagine Facebook per quanto riguarda il trattamento dei dati personali. In pratica, il fatto che tale servizio sia messo a disposizione dal Sito in Blue non significherebbe che quest’ultimo debba essere l’unico a sostenere gli oneri derivanti da eventuali violazioni.
Tale pronunciamento arriverebbe alla fine di un percorso legale iniziato nel lontano 2011: la società teutonica Wirtschaftsakademie Schleswig-Holstein aveva infatti presentato un ricorso ai tribunali amministrativi tedeschi dopo che la sua pagina Facebook era stata chiusa per decisione delle autorità, questo perché accusata di non aver informato gli utenti riguardo alle modalità di acquisizione dei cookie.
Per i legali dell’azienda tale incombenza sarebbe dovuta spettare esclusivamente ai responsabili del social network, una posizione che non avrebbe avuto riscontro positivo in patria e portato ad uno spostamento della diatriba in sede europea. Anche in questo caso la decisione sarebbe stata però contraria alla tesi della compagnia.
A parere dei giudici, Facebook dovrebbe essere ritenuto sì responsabile, ma ciò non libererebbe i gestori delle pagine dalla possibilità di essere chiamati in causa nel caso di comportamenti scorretti. Essi infatti avrebbero accesso a dati personali, anche se anonimizzati, grazie ai quali attivare, per esempio, delle campagne pubblicitarie mirate.
A tal proposito andrebbe sottolineato il riferimento della Corte alla possibilità di utilizzare gli Insight, il sistema per l’analisi delle statistiche sul traffico offerto a tutti i gestori di pagine Facebook, strumenti che operano una raccolta automatica e costante delle informazioni relative ai visitatori e del cui funzionamento gli utenti dovrebbero essere informati.