Secondo un recente articolo pubblicato dal periodico L’Espresso, intitolato "La polizia ci spia su Facebook", esisterebbe un accordo, stretto tra le forze dell’ordine preposte al controllo delle telecomunicazioni e il social network, per il monitoraggio di milioni di profili.
Sempre secondo L’Espresso, questo monitoraggio avverrebbe senza l’apposita autorizzazione da parte della magistratura e coinvolgerebbe circa 17 milioni di profili italiani più un numero indefinito di profili esteri per il cui controllo si sarebbe agito in deroga alle norme sulle rogatorie internazionali.
La Polizia Postale ha diffuso a questo proposito una secca smentita, i portavoce hanno chiarito che agire senza autorizzazione da parte dei magistrati renderebbe invalida qualsiasi tipo di indagine, per cui un’attività di "spionaggio" come quella ipotizzata dall’Espresso sarebbe totalmente inutile.
Secondo quanto dichiarato dal direttore centrale della Polizia Postale, Antonio Apruzzese, le forze dell’ordine avrebbero preso contatti con il social network più grande del Mondo, ma soltanto allo scopo di definire le linee guida per le richeste d’accesso al servizio per iniziative di polizia giudiziaria.