Resa disponibile nel 2002, l’estensione .eu per i nomi a dominio conta oggi oltre 4 milioni di registrazioni. Ora, a ben 16 anni di distanza dalla sua attivazione, tale suffisso e i domini associati ad esso potrebbero essere sottoposti a nuove regole le cui specifiche sono state recentemente presentate dal Consiglio dell’Unione Europea.
Se la proposta dovesse essere approvata vi sarà innanzitutto una maggiore aderenza al GDPR nelle modalità di acquisizione, conservazione e pubblicità dei dati, ma la novità più importante riguarda il fatto che in futuro non soltanto i cittadini residenti all’interno dei confini UE potranno effettuare una registrazione utilizzando questa estensione.
Trattandosi di un suffisso geografico, il ".eu" era stato concepito per sottolineare l’appartenenza dei registranti o delle loro attività all’Unione, ma nel corso degli ultimi anni il mercato dei nomi a dominio è divenuto molto più concorrenziale che in passato, con una miriade di nuovi suffissi tra cui scegliere, quindi il mantenimento degli attuali requisiti potrebbe rivelarsi controproducente.
A questo punto bisognerà attendere le decisioni del Parlamento Europeo che però non avrebbe ancora espresso alcuna opinione in merito. La questione è però importante perché in gioco non vi sono solanto gli interessi di coloro che hanno registrato o vogliono registrare un dominio ".eu", ma anche quelli degli oltre 700 registrar accreditati per la loro attivazione.
La nuova bozza di regolamento prevede anche la creazione di un gruppo multipartecipativo destinato ad operare come consulente della Commissione Europea. In questo modo si cerca di affrontare un ulteriore passaggio verso l’istituzione di un vero e proprio mercato unico digitale che comprenda tutti gli stati membri.