Ad Observatory è un progetto di alcuni ricercatori della New York University che ha l’obbiettivo di analizzare l’advertising a carattere politico cercando di rilevare i contenuti che potrebbero essere classificati come fake news. La piattaforme coinvolta nello studio sarebbe stata Facebook, azienda che però avrebbe reagito negativamente chiudendo tutti gli account protagonisti della ricerca.
Secondo il gruppo capitanato da Mark Zuckerberg questi ultimi si sarebbero resi protagonisti di attività di scraping raccogliendo senza alcuna autorizzazione dati riguardanti gli utenti del social network. Un’accusa a cui i ricercatori avrebbero risposto paventando l’ipotesi che Menlo Park non voglia che alcune problematiche del servizio possano divenire di pubblico dominio.
L’analisi sarebbe stata effettuata realizzando un’apposita estensione per i browser Web Google Chrome e Mozilla Firefox con lo scopo di creare un archivio composto dagli annunci pubblicitari condivisi sul Sito in Blue, resosi conto di questa dinamica la scorsa estate Facebook avrebbe dato 45 giorni di tempo per bloccare qualsiasi attività di scraping.
A difesa dei ricercatori si sarebbe schierata la già citata Mozilla convinta che nel plugin sviluppato non sarebbe presente alcuna funzionalità in violazione della privacy, quest’ultima infatti raccoglierebbe soltanto dati riguardanti l’advertising mentre non verrebbe memorizzata alcuna informazione che potrebbe permettere di identificare un utilizzatore.
A tal proposito è bene precisare che l’estensione è stata rilasciata sotto licenza Open Source e che il suo codice sorgente è scaricabile tramite un repository dedicato presente su GitHub, ciò significa che un utente dotato delle necessarie competenze potrebbe verificare da solo che il Social Media Monitor prodotto non presenta rischi per la riservatezza né effettua alcuna profilazione.