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Malware e pornografia online: mito o realtà?

Alcuni gioni fa l’esperto di sicurezza Conrad Longmore era giunto alla conclusione che i siti Web che diffondono contenuti per adulti sarebbero tra i maggiori veicoli per la diffusione di malware (dati Alexa e Google Safe Browsing). Un’affermazione non gradita da alcuni big del settore.

I portavoce di Pornhub e xHamster, realtà affermate della pornografia online, avrebbero risposto a tali accuse definendole eredità del passato; attualmente i malware a cui fa riferimento Longmore non sarebbero più un pericolo per gli utenti dei due servizi.

Tali minacce sarebbero state diffuse in precedenza a causa della collaborazione oggi interrotta con un’agenzia pubblicitaria, il livello di controllo attualmente in uso presso le piattaforme citate permetterebbe di identificare tutti gli inserzionisti potenzialmente pericolosi.

Da parte sua Longmare avrebbe "rilanciato" sostenendo che molti dei rischi da lui evidenziati verrebbero prodotti attraverso l’hacking delle inserzioni, per cui la percentuale di terminali colpiti da malware tramite siti Web per adulti potrebbe variare nettamente anche nel corso di brevi periodi.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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