Mark Gorton, fondatore del noto client P2P LimeWire, ha deciso di alzare "bandiera bianca" nei confronti delle accuse della RIAA (Recording Industry Association of America) ottenendo in cambio un clamoroso sconto sul prezzo da pagare per aver distribuito, in barba alle case discografiche di tutto il mondo, milioni di Mp3 illegali in palese violazione delle norme a tutela del diritto d’autore.
Sulla base delle prime indiscrezioni, infatti, la cifra inizialmente richiesta dall’associazione delle case discografiche statunitensi si aggirava attorno al miliardo e mezzo di dollari, una somma, quindi, sensibilmente superiore (e decisamente meno realistica dal punto di vista delle effettive possibilità d’incasso) ai 105 milioni che il creatore di LimeWire ha accettato di sborsare.
Secondo le stime, LimeWire avrebbe incassato dagli introiti pubblicitari una cifra oscillante tra i 20 ed i 30 milioni di dollari, quindi molto meno di quanto Gorton si è impegnato a pagare alla RIAA; non si sa, quindi, quale sarà la fonte di finanziamento alla quale attingerà il fondatore di LimeWire per pagare il proprio debito con le case discografiche.
LimeWire, nel frattempo, è inaccessibile a seguito di una ordinanza di un giudice statunitense che, dal 26 Ottobre 2010, ne ha bloccato le attività: