Menlo Park ha voluto specificare in che modo funziona il suo network pubblicitario in modo da chiarirne le dinamiche sia agli utenti, interessati agli aspetti legati alla tutela della privacy, che agli inserzionisti. Alla base di tale inziativa vi sarebbe l’intenzione di ricordare che Facebook non guadagna dalla vendita dei dati personali ma dalla cessione di spazi pubblicitari.
Pur chiarendo che il modello di business del gruppo si basa quasi interamente sulla pubblicità, la compagnia avrebbe sottolineato che le identità degli utilizzatori non sono state e non verranno mai rese note ad alcun inserzionista. Nello stesso modo il Sito in Blue non effettuerebbe alcun commercio o cessione dei dati raccolti tramite profilazione.
Gli inserzionisti riuscirebbero quindi a raggiungere un pubblico targettizzato per i propri annunci sulla base dei dati relativi all’utilizzo che gli utenti fanno del social network e delle sue applicazioni, senza conoscere però realmente le identità dei singoli iscritti. Questi ultimi possono poi determinare la tipologia dell’advertising visualizzato definendo le proprie preferenze tramite appositi strumenti.
A sua volta Facebook tratterebbe alcune informazioni che condivide con gli inserzionisti, ad esempio un indirizzo di posta elettronica utilizzato al momento di un ordine. Il sistema della piattaforma sarebbe così in grado di rilevare delle corrispondenze, ma ciò non significa che i risultati di tale ricerca vengano comunicati ai partner.
Come specificato, un utente non potrà mai decidere di non visualizzare alcun annuncio pubblicitario, l’advertising è infatti vitale per l’esistenza stessa del Sito in Blue, viene però concesso di non cedere alcune tipologie di dati utilizzando specifiche funzionalità come per esempio gli embed di Facebook nei siti Web e nelle applicazioni (pulsanti "Share", "Like" o per l’autenticazione).