Jamie Dimon, CEO della banca d’affari newyorkese JP Morgan Chase, avrebbe definito le criptovalute uno "schema Ponzi decentralizzato". Tale dichiarazione non sarebbe stata rilasciata nel corso di un’intervista gionalistica o una conferenza, ma durante un’audizione presso l’House Financial Services Committee del Congresso statunitense.
Uno schema Ponzi è in sostanza una truffa finanziaria che consiste nel raccogliere capitali dagli investitori e remunerali con interessi elevati, in genere superiori a quelli di mercato, tramite i soldi messi a disposizione da nuovi investitori. Se le richieste di rimborso superano l’afflusso dei nuovi capitali lo schema si interrompe e smette di essere remunerativo.
A parere di Dimon, le criptovalute funzionerebbero nello stesso modo: il loro valore dipenderebbe esclusivamente dal numero di persone che sono disposte a scommettere i propri risparmi su di esse, quando tale contributo viene a mancare la quotazione delle monete virtuali comincia a tendere a zero, cioè quello che dovrebbe essere il loro valore reale.
Le sue affermazioni arrivano in un momento particolarmente delicato per il mercato delle criptovalute, Bitcoin per esempio vale oggi poco più di 18.500 contro il suo massimo storico di circa 60 mila dollari. Nello stesso modo Ethereum viaggia intorno ai 1.250 dollari a dispetto del recente passaggio da protocollo proof-of-work a proof-of-stake.
Le parole dell’Amministratore Delegato contraddirebbero però in parte le strategie più recenti della stessa JP Morgan, quest’ultima infatti ha dato vita ad un progetto dedicato al Metaverso, un insieme di mondi virtuali dove notoriamente la compravendita degli asset viene effettuata tramite gli NFT (Non-Fungible Token) che si acquistano utilizzando criptovalute.