A parere di George Davis, CFO (Chief Financial Officer) del chipmaker Intel, la carenza di offerta che in questo momento sta caratterizzando il mercato dei semiconduttori potrebbe proseguire fino al 2023. Se tale ipotesi dovesse essere confermata verrebbero smentite la previsioni secondo cui la situazione del settore si sarebbe normalizzata entro il prossimo anno.
Davis sembrerebbe convinto che gli attuali problemi di approvvigionamento dovuti alla grande domanda da parte delle aziende siano destinati ad aggravarsi, il momento peggiore potrebbe essere registrato nel terzo trimestre del 2021 per poi manifestare un leggero miglioramento, ma non una ripresa, dopo il mese di settembre.
In questo momento Intel sarebbe occupata soprattutto nella razionalizzazione delle scorte, in modo che tutti i comparti che necessitano di nuovi chip possano riuscire ad acquisire almeno il quantitativo indispensabile per il loro funzionamento. Tra le industrie più colpite vi è sicuramente l’automotive, ma le server farm potrebbero avere la precedenza sulle consegne.
Tra i nuovi prodotti che Intel è in procinto di distribuire troviamo i componenti Tiger Lake serie U di XI generazione che l’azienda ha presentato la scorsa primavera nel corso dell’evento Computex 2021, stesso discorso per quanto riguarda il processore Alder Lake-P su core Atom che il gruppo ha progettato appositamente per i laptop.
La scarsità di chip, dovuta soprattutto all’incapacità delle economie più avanzate di soddisfare il proprio fabbisogno autonomamente, starebbe colpendo diversi segmenti dell’alta tecnologia tanto che in questo momento sarebbe possibile osservare un rallentamento nella distribuzione di console videoludiche next-gen e di schede grafiche.