Il BIOS (acronimo di Basic Input/Output System), è una piattaforma introdotta nel corso degli anni ’70 grazie al quale i computer sono in grado di caricare le componenti hardware prima dell’avvio del sistema operativo principale (POST, Power-On Self-Test); in tal modo quest’ultimo è in grado di comunicare con le periferiche che possono inoltre interagire tra loro.
Dopo una carriera ormai quarantennale il BIOS sarebbe però in procinto di andare in pensione e il colosso dei semiconduttori Intel avrebbe intenzione di farne a meno per i propri processori entro il 2020, favorendo lo sviluppo di firmware alternativi. Tra questi ultimi il candidato più probabile è il UEFI (Unified Extensible Firmware Interface).
Il UEFI si avvia ormai a divenire uno standard per le CPU della Intel, ma fino ad ora esso è stato distribuito mantenendo il supporto al BIOS come funzionalità opzionale. La futura rimozione del BIOS non dovrebbe creare particolari problemi per gli utilizzatori, mentre sono prevedibili alcuni importanti cambiamenti per quanto riguarda la architetture.
Senza BIOS dovrebbero sparire anche le applicazioni pensate per le architetture a 32 bit, ma probabilmente non si tratterà di un grande problema, sempre più software house tendono infatti a creare software per il 64 bit e chi proprio non potesse fare a meno delle soluzioni più datate potrà comunque ricorrere alla virtualizzazione.
I prodotti della Intel rappresentano un’ampia fetta di mercato, ma non si tratta dell’unico importante produttore in circolazione. A questo proposito il concorrente di sempre della compagnia di Santa Clara, e cioè l’AMD, non avrebbe ancora comunicato alcunché, per cui la vita del BIOS potrebbe anche protrarsi oltre il 2020.