Stando a quanto comunicato dal Commissione europeo per il mercato interno Thierry Breton, i provider di telefonia mobile potranno adeguare le proprie tariffe al tasso di inflazione annuo senza incorrere in alcuna violazione delle normative europee. Verrebbero così accolte le istanze presentate da alcune aziende del settore come WindTre e TIM.
In sostanza le compagnie potranno autmentare i prezzi degli abbonamenti quando ritengono che essi non offrano una necessaria remunerazione in presenta di una aumento dell’inflazione, agli utilizzatori che subiranno il rincarà dovrà essere data in ogni caso la possibilità di recedere dal contratto in essere senza dover sopportare alcun costo.
L’aumento dei prezzi da parte dei provider non sarà considerata una violazione
Avendo ricevuto il nullaosta dalla Commissione i fornitori interessati dovrebbero rimodulare i prezzi a partire da gennaio 2024 (WindTre) e dall’aprile dello stesso anno (TIM). In seno al Parlamento Europeo sarebbero già state presentate delle interrogazioni in merito ma a questo punto delle decisioni più favorevoli ai consumatori sembrerebbero improbabili.
Breton avrebbe sottolineato infatti che nel caso in cui le clausole contrattuali sulle modifiche dei prezzi siano eque e trasparenti non sarebbe possibile parlare di violazione dei diritti dei consumatori. Questi ultimi potranno scegliere di passare ad un altro provider se lo preferiscono e senza penali, ma non potranno ricorrere contro gli aumenti.
Una volta chiarito questo punto, le rimodulazioni dei prezzi non possono essere impedite e ai commissari spetterà il compito di verificare che non si verifichino degli abusi. Bisognerà però capire se anche le aziende che non sono state citate ricorreranno agli aumenti delle tariffe seguendo l’esempio di quelle che sono state autorizzate.