Il board del colosso statunitense IBM avrebbe deciso di modificare radicalmente il proprio assetto societario creando uno spin-off delle attività legate ai servizi managed per le aziende. Il risultato di questa operazione dovrebbe essere una società quotata che permetterà a Big Blue di operare unicamente nei settori del Cloud ibrido e dell’intelligenza artificiale.
Se tutto dovesse andare come previsto la nuova realtà dovrebbe vantare già alla nascita un giro d’affari annuale pari a circa 19 miliardi di dollari, dal canto suo IBM potrà allontanarsi più agevolmente da quello che in passato era il suo core business (la realizzazione di mainframe e terminali server) poi investire maggiormente sulla fornitura di servizi di livello enterprise.
Un colosso grande due volte Microsoft?
La spin-off dovrebbe impiegare circa 90 mila dipendenti e disporre di un portafoglio clienti che conta 4.600 aziende sparse in 115 paesi. A tal proposito Arvind Krishna, CEO di IBM, avrebbe affermato senza falsa modestia che tale azienda avrà una dimensione doppia rispetto a quella che potrebbe essere la sua maggiore concorrente (Microsoft?).
Il gruppo di Armonk non dovrebbe subire un pesante ridimensionamento a causa di questa "separazione" consensuale, al netto degli asset confluiti nella nuova società il suo fatturato annuale dovrebbe attestarsi infatti intorno ai 60 miliardi di dollari l’anno. Il mercato del Cloud ibrido nel suo complesso dovrebbe valere da solo ben mille miliardi, le potenzialità di crescita sarebbero quindi evidenti.
Nel corso degli ultimi anni IBM ha abituato gli investitori ad operazioni particolarmente imponenti, a tal proposito basterebbe ricordare l’acquisizione della Red Hat (società che cura l’implementazione dell’omonima distribuzione Linux) costata ben 34 miliardi di dollari e finalizzata a rendere la compagnia più concorrenziale nel comparto Cloud.