Secondo i dati contenuti in una recente ricerca di Brookings Institution tecnologie come quelle alla base dell’Intelligenza Artificiale, del Machine Learning, della Robotica e dell’automatizzazione dei processi di business determineranno una perdita di posti di lavoro pari ad un quarto delle occupazioni oggi disponibili entro il 2030. Tali risultati riguardano il mercato statunitense, ma potrebbero anticipare una tendenza globale.
A pagare maggiormente il prezzo di questo cambiamento dovrebbero essere in particolare gli uomini e gli appartenenti alle fasce d’età più giovani che compongono la forza lavoro. Non tutti i settori verranno però coinvolti nello stesso modo: amministrazione, produzione, ristorazione e trasporti saranno con tutta probabilità quelli che vedranno diminuire maggiormente il numero di occupati.
Tenendo conto di questi comparti, si dovrebbe assistere alla scomparsa di circa il 70% delle mansioni attualmente richieste. Diventeranno via via sempre meno ricercate le professionalità in grado di eseguire compiti che possono essere automatizzati, come sta già accadendo questa fase verrà preceduta da un periodo di affiancamento durante il quale le macchine impareranno a sostituire i lavoratori umani.
Nello specifico, il settore nel quale l’avvicendamento previsto potrebbe essere più ingente è quello della produzione, con circa il 90% delle mansioni eseguite da robot, al secondo posto (e forse un po’ a sorpresa) la ristorazione, dove si prevede che l’85% delle professionalità non saranno più necessarie grazie all’evoluzione tecnologica.
Con l’ormai prevedibile diffusione delle driverless car i trasporti dovrebbero poi vedere la sparizione di quasi l’80% delle mansioni oggi svolte da esseri umani. Percentuali simili per il comparto amministrativo, quello in cui con tutta probabilità saranno anche le lavoratrici a subire la diminuzione delle occupazioni ricercate per il funzionamento del settore.