Per una volta insieme, Google e Apple hanno formulato le proprie soluzioni contro le attività di tracciamento indesiderato tramite device come per esempio l’AirTag. In generale parliamo di tutti quei dispositivi che tramite Bluetooth o altro protocollo di connessione possono essere utilizzate per sapere dove si trova una persona e seguirne i movimenti.
Le proposte dei due colossi verranno ora analizzati dai componenti dell’IETF (Internet Engineering Task Force) che ne dovrà valutare sia la fattibilità tecnica che le possibili implicazioni sulla tutela della privacy. Alle aziende proponenti interessano in particolare le misure utili per impedire che determinate tecnologie possano essere utilizzate per eventuali abusi.
Non a caso tra le nuove specifiche in fase di approvazione troviamo anche la realizzazione di un sistema per la rilevazione dei tracciamenti non autorizzati. A questi ultimi, sia su Android che sul concorrente iOS, dovrebbero essere associate anche delle notifiche appositamente pensate per avvisare gli utenti nei casi in cui vi sia un tracciamento in atto.
Dispositivi come l’AirTag, ma sul mercato esistono diverse alternative più o meno sicure ad un prezzo più contenuto, sono molto utili per chi non desidera perdere un oggetto. Li si può appendere per esempio ad un portachiavi o ad una valigia, questo però non impedisce ai loro proprietari di utilizzarli per spiare gli spostamenti altrui tramite la localizzazione.
In questo caso il pericolo più immediato per la privacy è legato probabilmente al fenomeno dello stalking. Con una spesa tutto sommato non elevata, un malintenzionato potrebbe sfruttare tali tecnologie con lo scopo di perseguitare un’altra persona utilizzando un dispositivo dalle dimensioni molto più ridotte rispetto a quelle di uno smartphone.