La commissaria europea alla Giustizia Vera Jourova ha recentemente sottolineato l’esigenza di concepire una normativa comune per Vecchio Continente e USA riguardo al tema del data sharing, si ricorda infatti che il GDPR (General Data Protection Regulation) ha valore unicamente all’interno degli stati membri dell’Unione Europea.
Una nuova regolamentazione a livello transcontinentale potrebbe richiedere anche molto tempo prima della sua introduzione, per questo motivo la Jourova opterebbe per una soluzione basata sull’adeguamento delle leggi statunitensi a quanto previsto dal GDPR in merito alla protezione dei dati. Ciò consentirebbe alle aziende che operano sia in USA che in Europa di agire sulla base di un quadro normativo omogeneo.
Iniziative del genere hanno dei precedenti, come per esempio il Privacy Shield che però verrebbe rispettato con maggiore attenzione da questo lato dell’Atlantico, non bisogna infatti dimenticare che tra i due continenti esistono anche delle profonde differenze culturali relativamente al concetto di privacy intesa come diritto inalienabile dei cittadini.
Al centro della discussione vi sono in particolare gli scambi di dati nel contesto delle attività economiche. Accordi molto profiqui in questo senso sono stati presi con un mercato fondamentale come quello giapponese ma con Washington, Bruxelles sembrerebbe avere un rapporto più complicato, soprattutto perché negli USA i dati personali muovono un giro d’affari ben più rilevante.
E’ forse anche per questo motivo che ad oggi negli Stati Uniti non esiste nulla di paragonabile al GDPR, e sembrerebbe veramente improbabile che gli USA possano dotarsi di una normativa così severa anche nei rapporti con l’estero. Ciò offrirebbe infatti, almeno in teoria, un vantaggio competitivo per le aziende americane che in patria possono agire con minori vincoli.