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Garante Privacy: poca attenzione delle aziende per il GDPR

Giuseppe Busia, Segretario generale del Garante Privacy, ha recentemente approfittato di un intervento durante il Privacy Day indetto dal CNR di Pisa per lanciare un allarme riguardo l’attenzione delle aziende nei confronti del GDPR (General Data Protection Regulation), la più recente normativa europea sulla tutela dei dati personali.

A parere del dirigente, diverse attività economiche nostrane vivrebbero nella convinzione che il regolamento preveda adempimenti una tantum e non un costante lavoro di verifica per il mantenimento della compliance. E’ quindi probabile che le aziende dotate di sistemi non del tutto conformi al GDPR siano attualmente numerose.

A tal proposito potrebbe essere sufficiente citare un dato: fino ad ora il Garante avrebbe ricevuto circa 48.500 comunicazioni riguardanti la nomina di Data Protection Officer, ma i DPO che si starebbero formando per mantenersi aggiornati riguardo alle misure necessarie per la protezione della privacy non sarebbero più di 18 mila.

E’ comunque possibile che le ragioni di questo fenomeno non vadano ricercate unicamente nella negligenza degli imprenditori, in molti infatti starebbero ancora ricercando le strategie più adatte con le quale coniugare i dettami del GDPR con la libera circolazione e l’utilizzo dei dati personali con finalità di business, il tutto cercando di scongiurare il rischio di sanzioni anche molto severe.

Seppur concepito con finalità meritorie, il GDPR potrebbe rappresentare un limite per lo sviluppo delle tecnologie per l’Intelligenza Artificiale che trovano un alleato fondamentale nel Big Data. Senza contare che in mercati concorrenti come quelli di USA e Cina vigono normative nettamente meno stringenti per quanto riguarda la privacy.

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Claudio Garau
Claudio Garau
Web developer, programmatore, Database Administrator, Linux Admin, docente e copywriter specializzato in contenuti sulle tecnologie orientate a Web, mobile, Cybersecurity e Digital Marketing per sviluppatori, PA e imprese.

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