Le prime notizie riguardanti il progetto Fuchsia risalgono al 2016, attraverso di esso Mountain View starebbe sviluppando un sistema operativo non basato su Linux che, in futuro, potrebbe sostituire le piattaforme Android e Chrome OS. Detto questo, i dettagli riguardanti l’iniziativa sarebbero attualmente pochissimi, anche per via della scarsa disponibilità di Big G a fornirli.
Basato sul microkernel Zircon, Fuchsia dovrebbe differenziarsi da Linux non soltanto per un’architettura tutt’altro che monolitica, ma anche per un sistema di aggiornamenti molto più semplice, il supporto nativo per l’interazione con le istruzioni vocali e la completa mancanza di conflitti di licenza con i prodotti di altre software house.
Per il momento siamo soltanto nel campo delle ipotesi, ma stando alle previsioni degli analisti entro il prossimo biennio dovrebbero essere rilasciati i primi dispositivi per le smart home equipaggiati con Fuschia. Probabilmente si dovrà aspettare fino al 2023 perché la piattaforma prenda il posto delle attuali soluzioni di Google per il mobile e i notebook.
Il gruppo californiano avrebbe deciso di mantenere la massima riservatezza a riguardo, tanto che stando alle dichiarazioni della dirigenza Fuchsia non sarebbe un progetto centrale per il loro business. Il fatto che oltre un centinaio di tecnici stiano lavorando sull’implementazione del sistema operativo sembrerebbe però smentire questa ipotesi.
L’abbandono di Android e Chrome OS potrebbe anche essere realmente nei piani di Google, ma un’eventuale transizione a Fuchsia (sempre che questo sarà il suo nome al momento del rilascio) richiederebbe comunque diverso tempo, soprattutto perché trattandosi di piattaforme basate su kernel differenti non si potrebbe optare per la via dell’aggiornamento.