Un giornalista del Shanghai Evening Post sarebbe riuscito a farsi assumere presso uno stabilimento Foxconn situato presso la prefettura di Taiyuan, qui avrebbe potuto lavorare per 10 giorni come stagista insieme ad altri operai impegnati nell’assemblaggio dell’iPhone.
La sua esperienza è stata riassunta in un articolo che getta pesanti ombre sui sistemi produttivi che portano alla realizzazione di alcuni dei più noti dispositivi mobili; le condizioni di lavoro dei dipendenti Foxconn sarebbero praticamente inumane, al limite della schiavitù.
Il giornalista avrebbe descritto un quadro caratterizzato da condizioni igeniche spesso isopportabili e da ritmi operativi massacranti che prevederebbero l’uscita dalla catena di montaggio di 5 iPhone al minuto per lavoratore; il tutto per una paga che soltanto con gli straordinari diventerebbe di un euro all’ora.
Come se questo non bastasse, i dipendenti subirebbero pressioni psicologiche fortissime che vanno dalle sbarre alle finestre, al licenziamento per futili motivi fino a vere e proprie sessioni di training realizzate con lo scopo di convincerli che il loro trattamento, per quanto inumano, venga svolto a fin di bene.