Foxconn è un’azienda cinese nota per la produzione degli iPhone commercializzati in tutto il mondo dalla Casa di Cupertino, a questo proposito basti pensare che il suo stabilimento di Zhengzhou è conosciuto anche con il nome di "iPhone City". Nelle ultime ora però la compagnia è salita alla ribalta delle cronache anche per le condizioni dei suoi lavoratori.
Questi ultimi infatti avrebbero dato inizio ad una vera e propria rivolta causata dalle misure estremamente rigide adottate dai vertici per contrastare i contagi da COVID-19. Gli impiegati in pratica avrebbero dovuto subire un vero e proprio "lockdown aziendale", essendo costretti a rimanere in sede e nei dormitori sia per non ammalarsi che per non rallentare la produzione.
Per avere un’idea di quanto possa essere pesante una situazione di questo genere, basti pensare che la fabbrica di Zhengzhou è la più grande del Pianeta e impiega circa 200 mila dipendenti. Ora, provate a immaginare cosa succederebbe se tutti gli abitanti di una città come Trieste o Brescia fossero costretti a rimanere chiusi dentro uno stabilimento.
A delle condizioni plausibilmente disumane, con tanto di scarsità di cibo e di cure mediche, si sarebbero aggiunti dei ritardi nei pagamenti e nella distribuzione dei premi di produttività. Oltre a ciò si sarebbe aggiunta l’assunzione di nuovi dipendenti il cui ingresso avrebbe diminuito ulteriomente gli spazi vitali disponibili per le persone coinvolte.
In attesa che Apple prenda una posizione chiara riguardo a ciò che sta succedendo, in Rete sono stati pubblicati diversi video in cui alcuni vengono mostrate le immagini di lavoratori malmenati dalle forze dell’ordine per aver partecipato alla contestazione o, più semplicemente, per il solo fatto di aver tentato di fuggire saltando una recinzione.