Un’indagine svolta dai ricercatori della Banca d’Italia rivelerebbe che tra il 2021 e il 2022 la spesa delle banche italiane in strumenti per la Fintech potrebbe attestarsi intorno ai 530 milioni di euro con un notevole incremento rispetto al biennio 2019 – 2020, quando l’ammontare complessivo degli investimenti non aveva superato i 456 milioni.
L’impegno economico per la trasformazione digitale degli istituti di credito italiani non si arresterà comunque il prossimo anno, si calcola infatti che nel 2023 vi saranno ulteriori investimenti per almeno 281 milioni di euro destinati alla messa in produzione dei vari progetti. Molti di questi ultimi richiederanno poi alcuni anni prima di essere completati.
A rallentare questo processo potrebbero esserci però alcuni ostacoli dovuti in particolare alla difficoltà di reperire del personale sufficientemente formato e digitalmente competente, il costo degli investimenti necessari per acquisire gli strumenti e i servizi richiesti nonché le implicazioni relative alla sicurezza dell’infrastruttura tecnica.
A guidare il cambiamento sarebbero soprattutto gli istituti di grandi dimensioni che da soli rappresenterebbero quasi l’85% della spesa, il settore della Fintech è comunque caratterizzato da un modello di business in cui i fornitori possono contribuire direttamente alla realizzazione dei progetti. Da questo punto di vista sarebbero state stimate partecipazioni per oltre 200 milioni di euro.
Le future innovazioni in questo comparto dovrebbero riguardare il particolare i pagamenti digitali, con un’ulteriore estensione del mobile banking, l’erogazione del credito e tutto quello che riguarda l’open banking. La sola implementazione delle API (Application Programming Interface) dovrebbe assorbire ben il 58% degli investimenti previsti.