L’ultima trimestrale di cassa dell’azienda di Menlo Park evidenzierebbe un rallentamento per quanto riguarda la crescita delle iscrizioni, tale fenomeno sarebbe dovuto ad una minore attrattiva di Facebook nei confronti delle fasce d’età più giovani che, nel prossimo futuro, potrebbe condizionare decisioni e investimenti da parte degli inserzionisti.
Il dato relativo agli utenti giornalieri sarebbe rimasto stabile nel Nord America, con 185 milioni di unità conteggiate, mentre sarebbe leggermente calato nel Vecchio Continente con 278 milioni di unità contro le 279 dello stesso periodo dello scorso anno. Verrebbe così confermata una situazione di sostanziale stagnazione dopo anni di costante incremento.
Arriverebbero invece notizie migliori dagli altri mercati, soprattutto quelli emergenti, grazie ai quali il numero complessivo di utenti sarebbe cresciuto fino a raggiungere le 2.27 miliardi di unità. Il problema per Mark Zuckerberg e soci starebbe però nel fatto che a registrare le performance peggiori sembrerebbero essere proprio le localizzazioni più redditizie dal punto di vista pubblicitario.
Si tratterebbe però di una preoccupazione utile per i calcoli in prospettiva, questo perché attualmente il bilancio dell’azienda californiana presenterebbe quasi esclusivamente numeri positivi, a cominciare da una crescita del fatturato pari al 33% in un anno. Anche il valore raggiunto dai titoli della società sarebbe stato superiore alle attese degli analisiti finanziari.
Il calo europeo dell’utenza potrebbe essere motivato in parte dalle norme più stringenti sulla privacy introdotte con il GDPR. E’ però vero che, nonostante i vari tentativi di innovare la piattaforma, il modello di business proposto da Facebook è ancora troppo legato al News Feed. L’offerta complementare proposta fino ad ora (Watch, Storie, ecc.) non sembrerebbe ancora in grado di suscitare l’interesse degli utenti.