Menlo Park avrebbe presentato una denuncia nei confronti della IP Filtering Platform LeadClock con l’accusa di aver diffuso alcune campagne pubblicitarie nelle quali erano nascosti dei messaggi volti a raggirare gli utenti approfittando dell’emergenza scatenata dalla pandemia di coronavirus (COVID-19). Data l’estensione del fenomeno è però probabile che nel prossimo futuro le cause legali contro il servizio possano moltiplicarsi.
La società che fa capo a LeadClock ha sede in Thailandia (mentre la proprietà è indiana) e offre funzionalità per il mascheramento dei link e la URL rotation, nel momento in cui viene riportata questa notizia il suo sito Web è ancora attivo ed è curioso notare come tali feature vengano proposte sotto forma di soluzioni antifrode finalizzate a proteggere le landing page.
LeadClock propone inoltre diversi piani tariffari ritagliati in base al numero di campagne attive in contemporanea e del livello di supporto tecnico garantito, in alternativa si può optare per una formula pay-per-use a consumo. Nell’offerta sono comprese anche diverse API (Application Programming Interface) per gli sviluppatori e gli amministratori di sistema.
Secondo i legali di Facebook, tale piattaforma sarebbe stata utilizzata per mascherare i link di inserzioni pubblicitarie mirate a tentativi di truffa come, ad esempio, pagine Web in cui verrebbero proposti investimenti in criptovalute (soprattutto in Bitcoin) per tutelarsi dalla recessione economica causata dalla diffusione del contagio a livello globale.
Come anticipato, non è da escludere che presto altri protagonisti dell’advertising decidano di presentare delle denunce contro LeadClock, si tratta infatti di un servizio molto utilizzato e i link mascherati da quest’ultimo starebbero circolando anche tramite campagne pubblicate su Google, WordPress.com e Spotify. In ogni caso il consiglio è quello di diffidare dagli annunci in qualche modo collegati al COVID-19.