Le stime riportate nell’Ericsson Mobility Report relativo al secondo trimestre del 2020 parlano di ben 6 miliardi di sottoscrizioni alla rete mobile su una popolazione mondiale pari a poco meno di 8 miliardi di unità. Considerando anche le utenze business e coloro che possiedono una doppia SIM si arriverebbe a 7.9 miliardi di utenze attive.
Per il momento vi sarebbero quindi poco meno di 2 miliardi di persone (1.8 per una maggiore approssimazione) che non hanno sottoscritto alcun contratto per la connessione mobile, ma tenendo conto del fatto che i minori sotto una certa età non dovrebbero essere conteggiati la percentuale degli esclusi diventerebbe ancora più risicata.
Ad oggi il 57% delle sottoscrizioni farebbe riferimento alle reti basate sullo standard LTE (Long Term Evolution) mentre soltanto 80 milioni di persone in tutto il mondo potrebbero avvalersi di una connessione in 5G. E’ plausibile che i numeri ancora bassi siano motivati da un ritardo nell’implementazione delle infrastrutture dovuto alla pandemia di Coronavirus (Sars-Cov-2).
Il lockdown ha provocato un ritardo nello sviluppo del 5G ma la contempo una maggiore richiesta di connessioni
Il periodo sottoposto ad osservazione è stato per molti versi eccezionale, in precedenza infatti non erano mai stati osservati picchi di traffico così elevati (dovuti in particolare al consumo di video e al gaming) come quelli di questa primavera. Nello stesso modo i lockdown e le limitazioni alla mobilità personale avrebbero portato ad un maggiore incremento delle sottoscrizioni.
I ricercatori di Ericsson prevedono che entro il 2030 saranno attive non meno di 2.8 miliardi di connessioni 5G in tutto il Mondo, circa il 30% delle sottoscrizioni a livello globale, è quindi prevedibile che la velocità di assorbimento delle connessioni di nuova generazione sarà molto più elevata di quella registrata nel corso degli ultimi anni dal 4G.