Tra le caratteristiche peculiari del Vecchio Continente vi è anche quella di moltiplicare gli enti e le agenzie che hanno finalità spesso simili. Abbiamo per esempio il Consiglio dell’Unione Europea, il Consiglio Europeo e infine il Consiglio d’Europa. Quest’ultimo, istituito per la promozione di Democrazia e diritti umani, ha adottato di recente il primo trattato internazionale sulla AI.
Tale trattato ha valore vincolante a livello giuridico, si applica sia nel settore pubblico che in quello privato e si differenzia dal cosiddetto AI Act, la prima legge della Storia appositamente dedicata alle Intelligenze Artificiali, che dovrà entrate in vigore presso gli stati membri entro i prossimi due anni. Siete già confusi? Ne avete pienamente diritto.
A differenza dell’AI Act, il trattato ha la caratteristica di poter essere recepito anche da stati che non fanno capo all’Unione. Esso infatti è frutto del lavoro compiuto dal CAI, Comitato sull’AI a cui fanno capo quasi 60 paesi tra Europa, Australia, Asia e America, che ha deciso di normare giuridicamento il ciclo di vita delle piattaforme di AI nel suo complesso.
?? Exciting news! The Council of Europe has just adopted the first-ever international treaty on artificial intelligence. This groundbreaking development is a significant step towards regulating AI. Learn more here: https://t.co/buk3fYhc3e #AI #CouncilofEurope
— Beyond The Ai – News (@BeyondTheAiNews) May 22, 2024
In primo luogo il trattato prevede che nel caso in cui un’AI presenti dei rischi per i diritti umani sia possobile introdurre sia delle moratorie che dei divieti. Si dovranno inoltre rispettare le uguaglianze come quella di genere, sarà obbligatorio proteggere la privacy degli utenti e non potranno verificarsi in nessun caso delle discriminazioni.
La parte più interessante riguarda però le eccezioni, perché queste potrebbero entrare in gioco per questioni legate alla difesa e alla sicurezza nazionale o nel corso di attività di ricerca e sviluppo. Da questo punto di vista l’AI Act appare però più specifico, vietando espressamente alcune pratiche come per esempio la creazione di database per il riconoscimento facciale e il social scoring.