Il report intitolato "From data boom to data doom: the risks and rewards of protecting personal data" di Kaspersky Lab e B2B international evidenzierebbe come la violazione delle norme sulla protezione dei dati si starebbe traducendo sempre più spesso in una compromissione della carriera lavorativa di chi è deputato a questo delicato compito (e non solo).
Stando ai dati contenuti nello studio, nel 31% dei casi analizzati (praticamente uno su tre) gli episodi a danno della Data Protection avrebbero portato a dei licenziamenti. Tale fenomeno non interesserebbe soltato i collaboratori direttamente coinvolti negli aspetti inerenti la sicurezza, ma anche altri dipendenti costretti a lasciare il posto di lavoro per i danni economici registrati dalle aziende.
Diversamente da quanto ci si potrebbe attendere, questa tendenza sarebbe più accentuata nelle piccole aziende (il 29% dei casi) che nelle realtà di livello enterpise (27%). In ogni caso le figure più esposte al rischio di licenziamento sarebbero i profili "senior" che non sono coinvolti direttamente nella gestione delle infrastrutture IT.
Le violazioni della Data Protection continuerebbero ad essere molto diffuse, globalmente infatti ben il 42% delle aziende avrebbe registrato almeno un episodio nel corso dell’ultimo anno. Anche in questo caso vale la pena sottolineare un dato curioso: percentualmente le grandi società, generalmente più dotate dal punto di vista dell’infrastruttura IT, risulterebbero esposte quanto le piccole imprese.
Per quanto riguarda lo scottante capitolo degli indennizzi, la violazione dei dati avrebbe costretto il 47% delle piccole imprese e il 45% delle grandi imprese a risarcire i clienti per il danno subito. In oltre un quarto dei casi, inoltre, le imprese avrebbero pagato anche delle sanzioni.