Il 2019 si è aperto nel peggiore dei modi per la Casa di Cupertino il cui titolo azionario ha registrato perdite con picchi intorno al 10% e il livello di capitalizzazione ha subito una correzione verso il basso di svariati miliardi. Ma quali sono stati i motivi di questa improvvisa defaillance? Cerchiamo di capirlo a partire dagli eventi che ne hanno certificato l’inizio.
Tutto sarebbe partito da un comunicato del gruppo agli azionisti nel quale venivano riviste le stime di crescita, come spiegazione di un andamento inferiore alle attese i dirigenti di Apple avrebbero fatto riferimento ad una contrazione del mercato cinese e quindi ad minore propensione all’acquisto di iDevice da parte dell’utenza asiatica.
In sostanza la spiegazione sarebbe stata questa: l’economia in Cina starebbe attraversando un momento di stanca, di conseguenza i Cinesi dispongono di una minore quantità di denaro e comprano meno iPhone, iPad o qualsiasi altro prodotto della compagnia. Una lettura che però sarebbe sarebbe stata accolta criticamente da diversi analisti, molti dei quali già indispettiti dal fatto che la Mela Morsicata aveva deciso di non rendere più pubblici i dati di vendita dell’iPhone.
Per questi ultimi i recenti scricchiolii del gigante californiano andrebbero ricercati invece in altri fattori: il prezzo eccessivo degli ultimi modelli di iPhone, considerato ingiustificato per via delle poche novità integrate, e una minore capacità di innovare da parte di quello che fino ad oggi è stato considerato un brand guida per l’intero mercato high tech.
A ciò si sarebbero aggiunti i recenti scandali legati all’obsolescenza programmata dei melafonini più datati, dispositivi che fino alla decisione di consentire il cambio della batteria ad un prezzo ragionevole avrebbero manifestato una particolare tendenza al calo delle prestazioni quasi in concomitanza con il rilascio delle nuove release.