Secondo un recente comunicato della Confesercenti la diffusione delle piattaforme di e-commerce e il loro utilizzo sempre più frequente da parte dei consumatori potrebbe determinare una perdita pari a circa 100 mila posti di lavoro. A dimostrarlo vi sarebbero le circa 75 mila chiusure di negozi fisici registrate nella Penisola dal 2016 ad oggi.
Attualmente le piccole imprese del commercio rappresenterebbero da sole il 34% delle realtà operanti nel settore, tale percentuale potrebbe però scendere fino al 29% entro i prossimi 5 anni. Ciò a causa di un maggior peso dello shopping online, dal 22% di oggi al 29% previsto per il 2027, il cui giro d’affari potrebbe arrivare a 17 miliardi di euro.
Questi effetti potrebbero risultare particolarmente severi per alcuni comparti come per esempio quello alimentare dove le imprese più piccole devono trovare un modo per adeguarsi ad un mercato che vede crescere rapidamente sia la spesa a domicilio che il food delivery. Queste ultime peserebbero annualmente per almeno 4.5 miliardi di euro sui conti degli esercenti.
A questo punto sarà interessante osservare gli effetti di un’eventuale reazione da parte del Governo Meloni. A tal proposito è utile segnalare la posizione riportata da CorCom di Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e vice premier, le cui posizioni contro l’operato delle multinazionali del commercio elettronico sono note già da qualche tempo.
Salvini infatti avrebbe parlato di colossi dell’e-commerce che fatturano 50 miliardi di euro nel Vecchio Continente pur non pagando tasse e andando in credito d’imposta a causa di bilanci in rosso. La dichiarazione non espliciterebbe direttamente l’oggetto di tali affermazioni ma a conti fatti sono ben poche le aziende in grado di generare ricavi così elavati.