Secondo lo studio intitolato "Thales State of software monetization report 2022" più del 90% delle software house indipendenti e dei produttori di device intelligenti finirebbero per perdere profitti a causa del tipo di licenze proposte all’utenza, nel 54% dei casi quest’ultima richiederebbe una maggiore flessibilità ma il mercato non sembrerebbe rispondere in modo adeguato.
Alla base di questo fenomeno vi sarebbe l’affermarsi di un nuovo modello di distribuzione basato sul Cloud, grazie ad esso le applicazioni e i dispositivi non verrebbero più implementati internamente alle aziende ma fruiti in outsourcing. Non di rado però le condizioni di fornitura risulterebbero troppo rigide per un adattamento completo alle esigenze dei committenti.
Le licenze multidispositivo devono adattarsi al cambiamento delle esigenze d’uso dei clienti
In molti casi infatti si rivelerebbe difficile gestire le licenze multidispositivo, una problematica riferita dal 40% dei provider coinvolti nella rilevazione, nello stesso modo il 37% del campione riterrebbe le licenze in uso inadatte a soddisfare una domanda in forte crescita dovuta al fatto che sempre più lavoratori devono operare in smart working.
La rigidità delle licenze sarebbe motivata nella maggior parte dei casi dall’esigenza di evitare che i software distribuiti vengano copiati, piratati, modificati senza autorizzazione o utilizzati in un numero di postazioni superiori a quello previsto. Per contro gli acquirenti avrebbero sempre più bisogno di modulare l’uso delle piattaforme in base a condizioni altamente variabili.
In ogni caso nel prossimo futuro il ricorso a soluzioni basate sul Cloud sembrerebbe destinato a sostituire sempre di più l’approccio on-premises, ben il 74% dei fornitori attenderebbe un incremento nelle richieste legate alle infrastrutture SaaS (Software-as-a-Service), il 66% prevedrebbe invece un aumento delle forniture per i sistemi ibridi sia su Cloud che on-premises.