Frédéric Jenny, presidente comitato per la concorrenza dell’OECD (Organization for Economic Co-operation and Development), ha recentemente attirato l’attenzione su un problema che a suo parere starebbe impedendo l’emergere di nuovi protagonisti nel mercato del Cloud. Attualmente poche aziende controllerebbero il settore limitando le possibilità di scelta da parte dell’utenza.
Tale criticità riguarderebbe tutti gli aspetti della fruizione di servizi tramite il Cloud da parte delle aziende, comprese le infrastrutture SaaS (Software as a Service) e DBaaS (Database as a Service), a determinarla sarebbero in particolare clausole contrattuali e restrizioni di carattere tecnico che renderebbero difficoltoso il passaggio da un provider all’altro.
Le osservazioni di Jenny sarebbero state riprese dal CISPE (Cloud Infrastructure Service Providers in Europe) i cui componenti avrebbero sottolineato quanto oggi le imprese debbano fare i conti con veri e propri colossi del Cloud in grado di condizionare gli acquisti, ad esempio tramite una limitazione delle risorse che costringerebbe all’utilizzo di infrastrutture dedicate e quindi più costose.
Il passaggio ad un provider più conveniente viene spesso reso troppo difficoltoso
A ciò si aggiungerebbe la tendenza a rendere macchinose se non estremamente dispendiose le procedure per la portabilità del dato da un fornitore ad un concorrente, sostanzialmente i clienti avrebbero scarse possibilità di optare per infrastrutture alternative, quando più convenienti o performanti, perché vincolati all’operatore scelto inizialmente.
Ad essere criticata sarebbe inoltre la pratica di acquisire informazioni commercialmente rilevanti sull’utenza dai partner, tale pratica verrebbe motivata da esigenze legate alla fatturazione ma in realtà nasconderebbe l’intenzione di contattare la clientela e proporre offerte con cui convincerla ad abbandonare il partner per passare ad una fornitura diretta dei servizi.