Entro la prossima estate il browser Web Google Chrome adotterà il Manifest V3 che introduce una modalità completamente nuova di utilizzare le API (Application Programming Interface) da parte delle estensioni. Questo cambiamento influirà in particolare sugli ad-blocker, cioè sui plugin che rimuovono gli annunci pubblicitari durante la navigazione.
Chiaramente una novità di questo tipo non è stata accolta favorevolmente da chi sviluppa soluzioni per il blocco dell’advertising e diverse software house hanno evidenziato le criticità del Manifest V3. Tra questi ultimi vi sono ad esempio i responsabili dell’ad-blocker Ghostery, secondo cui la vita degli sviluppatori diventerà estremamente complicata.
Le osservazioni di questi ultimi riguarderebbero in particolare i processi di revisione degli aggiornamenti applicati alle estensioni. Nel caso di YouTube, ad esempio, Mountain View modifica abbastanza spesso gli script per il rilevamento dei plugin ma dato che con il Manifest V3 ogni aggiornamento dovrà essere approvato le revisioni potrebbero essere continue e poco tempestive.
Ciò non accade con Manifest V2 che non costringe gli sviluppatori a tempi di revisione prolungati. La nuova versione, invece, potrebbe influire negativamente anche sui cicli di rilascio degli aggiornamenti di estensioni differenti dagli ad-blocker, rendendole inutilizzabili quando gli script dei servizi a cui fanno riferimento subiscono delle modifiche.
Per quanto riguarda nello specifico gli ad-blocker, questi devono aggiornare molto frequentemente le liste dei siti Web e delle piattaforme che devono essere bloccate, quindi le nuove specifiche del Manifest V3 diventano ancora più limitanti. Spesso inoltre le blocklist degli ad-blocker vengono aggiornate giornalmente o più volte al giorno.