Secondo i dati presentati dall’Osservatorio sulla componentistica automotive italiana in seguito ad un’indagine della Camera di commercio di Torino, dall’ANFIA e dal Center for automotive and mobility innovation del Dipartimento di management dell’Università Ca’ Foscari, il fenomeno del chip shortage porterà ad un calo consistente nella produzione di automobili durante i prossimi anni.
Nel complesso il decremento dovrebbe essere pari a 14 milioni di unità di cui 4.5 milioni nel 2021, 8.5 milioni nel 2022 e un ulteriore milione nel 2023. Il tutto sarebbe causato da una condizione di mercato che vede l’offerta non riuscire a soddisfare la domanda a livello mondiale. Tale situazione non è in via di miglioramento e potrebbe richiedere anni per essere risolta.
A spaventare le aziende italiane che realizzano componentistica vi sarebbe in oltre il 65% dei casi l’incremento del costo delle materie prime, mentre quasi il 63% degli intervistati avrebbe fatto riferimento ad un rallentamento dell’economica europea. Parliamo di un settore che conta più di 2.200 imprese in Italia e occupa oltre 161 mila lavoratori.
La penuria di semiconduttori arriva dopo un periodo particolarmente difficile, quello caratterizzato dall’emergenza pandemica, durante il quale il fatturato degli operatori del settore avrebbe registrato un calo di quasi 45 miliardi di euro. Fortunatamente circa il 60% delle aziende avrebbe previsto un incremento dei ricavi nei prossimi mesi e il 55% attenderebbe anche un aumento degli ordini.
Stando così le cose, e in attesa dell’apertura di nuovi centri produttivi in varie aree del mondo tra cui anche gli stati membri dell’Unione Europea, è probabile che un relativo ritorno alla normalità non verrà registrato prima del 2024. Nel contempo è molto probabile che i consumatori rimarranno in attesa di tempi migliori e rimanderanno i propri acquisti.