Nelle scorse ore il quartier generale di YouTube presso San Bruno, in California, è stato il palcoscenico di una preoccupante vicenda durante la quale una YouTuber ha sparato contro alcune persone in reazione alla demonetizzazione dei propri video. Sundar Pichai, CEO di Mountain View, ha quindi deciso di esprimere la propria vicinanza ai dipendenti coinvolti tramite un comunicato.
Il bilancio dell’accaduto è pesante e avrebbe potuto essere ben più grave: 4 persone ferite, una in condizioni critiche al momento in cui viene scritta questa news, a cui si aggiunge l’attentatrice suicidatasi dopo l’azione criminale. Pichai ha voluto ringraziare le forze dell’ordine e i soccorritori il cui intervento tempestivo ha permesso di evitare conseguenze più estreme.
There are no words to describe the tragedy that occurred today. @SusanWojcicki & I are focused on supporting our employees & the @YouTube community through this difficult time together. Thank you to the police & first responders for their efforts, and to all for msgs of support.
— Sundar Pichai (@sundarpichai) 3 aprile 2018
Come evidenziato dal massimo dirigente di Google, l’attentato sarebbe avvenuto mentre i lavoratori di YouTube erano in pausa pranzo, una volta arrivata la segnalazione della sparatoria anche il team di sicurezza dell’azienda avrebbe contribuito ad evacuare l’edificio in modo da mettere al sicuro la maggior parte di persone possibile.
Mountain View si sarebbe poi già attivata per offrire sostegno sia alle vittime che ai loro famigliari. A tal proposito Pichai parlerebbe di una situazione rimasta comunque contenuta, probabilmente in riferimento alla mancanza di morti, affermazione che sottolinea quanto negli Stati Uniti fenomeni di questo tipo possano portare a immani tragedie.
Già nota l’identità dell’attentatrice: Nasim Najafi Aghdam, 39enne di origine iraniana ma residente negli USA. Stando alle dichiarazioni del padre, che in passato avrebbe avvertito le autorità riguardo alla condizione d’instabilità della figlia, quest’ultima avrebbe agito perché convinta che YouTube agisse contro di lei con lo scopo di negarle visibilità.