Brave, browser Web nato da un’idea di Brendan Eich che è anche il creatore del linguaggio JavaScript nonché uno dei fondatori della Mozilla Foundation, deve parte del suo successo di nicchia al fatto di essere un’applicazione fortemente orientata al rispetto della privacy. Per questo motivo viene spesso proposto in contrapposizione a Chrome.
La concorrenza tra le due soluzioni per la navigazione su Internet si estende anche alle tecnologie utilizzate, gli sviluppatori di Brave infatti hanno spesso criticato Google facendo riferimento alle attività di tracciamento e profilazione degli utenti, così come alla tendenza a voler imporre degli stardard a cui gli altri vendor sono spesso costretti ad adeguarsi.
De-AMP: nuova funzionalità di Brave per garantire la privacy ai propri utenti
Non stupisce quindi che tra le iniziative della crew di Brave vi sia anche l’abbandono del supporto ad AMP (Accelerated Mobile Pages), un framework basato sulla memorizzazione in cache dei contenuti online che permette di caricare più rapidamente i siti Internet prelevando le copie delle pagine direttamente dai server di Mountain View.
Brave non renderà inaccessibili le pagine AMP, più semplicemente si occuperà di individuarle e di servire ai propri utenti la copia originale delle pagine Web richieste. Si tratterà di un processo completamente automatico durante il quale l’applicazione non farà altro che sostituire l’URL associato ad una pagina AMP con quello che punta al contenuto replicato.
Per il momento tale funzionalità, che non a caso prende il nome di De-AMP, è stata implementata nelle versioni di Brave per i computer Desktop e per il sistema operativo mobile Android, più tardi dovrebbe essere disponibile quella per iOS. In questo modo, a parere degli sviluppatori, gli utenti dovrebbero poter godere di un maggior livello di privacy.