Un’indagine svolta da MarkMonitor avrebbe evidenziato come quasi un quarto (per la precisione il 23%) dei nomi a dominio correlati a brand aziendali sarebbe stato vittima di azioni malevole da parte di cyber criminali. Per oltre il 60% dei marchi coinvolti nello studio queste attività avrebbero avuto un effetto negativo sulla monetizzazione.
I dati raccolti sono relativi al 2018, anno durante il quale gli attacchi contro i brand sarabbero aumentati per la metà dei loro titolari. Ciò avrebbe influenzato le strategie e le decisioni riguardanti la registrazione, la gestione e la protezione dei nomi a dominio, un settore interessato anche da una certa frammentazione per quanto riguarda l’attribuzione di compiti e responsabilità.
Chi si occupa quindi delle attività di monitoraggio e sicurezza della brand identity nelle aziende? Il quadro apparirebbe per il momento poco omogeneo: nel 46% dei casi si tratterebbe di un’incombenza affidata alle divisioni IT, seguirebbero a grande distanza gli uffici legali con il 16% e infine il reparto marketing con 13 punti percentuali.
Alla luce di questi risultati non stupisce il fatto che soltanto il 13% del campione abbia indicato come più efficace una modalità d’intervento che veda collaborare tutte le divisioni precedentemente citate. Una spiegazione di questo attaggiamento potrebbe essere data dalla scarsa conoscenza degli strumenti necessari per la difesa dei marchi sul Web.
Se da una parte il 43% degli intervistati riterrebbe il nome a dominio correlato al proprio brand vitale nella costruzione e nel rafforzamento della propria identità online, il 26% si affiderebbe ai soli avvisi per il rinnovo delle registrazioni e nel 21% dei casi il compito di gestire questo processo verrebbe affidato ad un singolo collaboratore.