Contrariamente a quella che attualmente sembrerebbe essere l’opionione comune, la Blockchain e le tecnologie distribuite potrebbero non garantire un livello di sicurezza sufficiente, né per quanto riguarda le cryptovalute, né relativamente alla certificazione degli smart contract. Ad affermarlo sarebbero alcuni ricercatori del MIT (Massachusetts Institute of Technology) di Boston.
Non mancano gli attacchi riusciti
Secondo questi ultimi, dal 2017 ad oggi gli attacchi indirizzati contro varie implementazioni della Blockchain avrebbero già portato alla sottrazione di oltre 2 miliardi di dollari. A tal proposito basterebbe citare il caso di un attacco a carico della piattaforma Ethereum attraverso il quale alcuni utenti malintenzioni avrebbero trafugato 1.1 milioni di dollari.
Nello specifico l’incursione contro Ethereum si sarebbe concretizzata privando inizialmente il sistema di almeno la metà della sua capacità di calcolo per poi coinvolgere anche le transazioni. Riscrivendo queste ultime sarebbe stato possibile impiegare due volte i medesimi token e produrre indebitamente valore da trasferire verso i wallet degli attaccanti.
La blockchain è infallibile? Il MIT dice di "no"
Sempre secondo gli esperti del MIT esisterebbe una convinzione del tutto infondata riguardo all’infallibilità della Blockchain, contestualmente diversi addetti ai lavori sarebbero a conoscenza dei limiti connessi a questa tecnologia da oltre 10 anni. Il rischio potrebbe quindi moltiplicarsi con la diffusione delle DLT (Distributed Ledger Technology) in ambito finanziario.
Attualmente le minacce più urgenti arriverebbero da due fronti: quello di coloro che disponendo di potenza computazionale elevata possono alterare l’andamento delle transazioni e, non meno rilevante, quello della moltiplicazione delle Blockchain, migliaia di piattaforme tra cui potrebbe essere sempre più difficle distinguere quelle affidabili da quelle destinate a dirottare capitali illecitamente.