Sono passati 10 anni da quando, il 31 ottobre del 2008, venne pubblicato in Rete il documento "Bitcoin: un sistema di moneta elettronica peer-to-peer". Firmato dall’autore (o dagli autori) con lo pseudonimo di Satoshi Nakamoto, esso conteneva le specifiche di quella che sarebbe diventata la prima e più nota tra le crypto-valute: il Bitcoin.
Il Bitcoin venne concepito per soddisfare la domanda di una moneta utilizzabile su Internet che non necessitasse di alcun intermediario per essere impiegata come mezzo di pagamento. Le cryptovalute vengono infatti generate digitalmente, tramite il crypto-mining, e per questo motivo non sono soggette al controllo delle banche.
Si dovette però attendere fino al 3 gennaio 2009 perché venissero creati i primi 50 Bitcoin, iniziò così un decennio caratterizzato da importanti fluttuazioni in termini di valore. In poco tempo infatti la madre di tutte le divise digitali è divenuta un asset speculativo particolarmente ricercato e un modello per la creazione di centinaia di altre cryptovalute (altcoin).
Il 5 ottobre del 2009 un Bitcoin veniva scambiato per 1.309 dollari, seguì quindi un lunghissimo periodo di valutazioni altalenanti fino al massimo storico della fine del 2017, quando venne sfiorata quota 20 mila dollari. Attualmente il suo valore supera di poco i 6 mila dollari per unità, con una perdita del 70% (circa 184 miliardi di dollari) in meno di un anno.
Tra i meriti del Bitcoin vi è stato sicuramente quello di porre l’attenzione sul sistema della Blockchain, un vero e proprio registro digitale decentralizzato che, consentendo di certificare le transazioni, può essere utilizzato anche per scopi differenti da quelli legati alle cryptovalute, come per esempio la gestione di smart contracts per la digitalizzazione dei negoziati.