La redazione di TechCrunch, una delle più note testate online in tema di tecnologia, ha provato a testare l’Intelligenza Artificiale di Gemini, il nuovo AI assistant sviluppato da Google. Tale piattaforma, infatti, dovrebbe sostituire Assistente Google, ma quanto è pronta per prenderne il posto sui dispositivi Android? I risultati ottenuti fino ad ora non sembrerebbero incoraggianti.
Per testare la qualità del servizio è stato scelto un task almeno in teoria molto semplice da portare a termine: riconoscere una canzone. Assistente Google è abbastanza efficace quando si tratta di svolgere questo compito e se gli si chiedono informazioni su una traccia ne restituisce facilmente il titolo, l’autore o l’artista che la canta e il link per l’ascolto.
Gemini avrebbe invece dimostrato di essere abbastanza in difficoltà quando si tratta di svolgere la stessa operazione e, a differenza di quanto accade con Assistente Google, in buona parte dei casi si limiterebbe a suggerire l’uso di applicazioni come Shazam e ad introdurne il funzionamento. Non proprio ciò che ci si aspetta da un’AI avanzata.
Gemini on Android can’t ID songs, and it’s frustrating https://t.co/nS3EWpoaMG
— TechCrunch (@TechCrunch) February 28, 2024
Nel corso di alcuni test l’esito della semplice domanda "OK Google, what’s this song?" (OK Google, che canzone è questa?) sarebbe stato il consiglio abbastanza paradossale di utilizzare l’Assistente Google. In altri casi Gemini si sarebbe limitato a suggerire in modo molto casuale delle tracce musicali presenti nel catalogo di YouTube.
Non è comunque la prima volta che Gemini dimostra di essere un soluzione abbastanza limitata e poco accurata nelle risposte. Appena qualche giorno fa il CEO di Alphabet, Sundar Pichai, è intervenuto in prima persona per gli errori prodotti dal modello nella generazione di immagini, anche in questo caso alcuni degli output prodotti sarebbero stati paradossali.