In queste ore Tim Cook festeggia i suoi primi 5 anni alla guida della Casa di Cupertino, il super manager divenne CEO nel 2011 in seguito alla scomparsa di Steve Jobs, fondatore del gruppo. Accusato non di rado di essere meno visionario rispetto al suo predecessore, Cook ha comunque ottenuto risultati commerciali e finanziari di tutto rispetto.
Un dato su tutti: quando Tim Cook occupò per la prima volta la poltrona di massimo dirigente della Mela Morsicata il titolo azionario della compagnia vantava un valore compreso tra i 50 e i 60 dollari, ad oggi le stesse azioni vengono scambiate per un controvalore tra i 105 e i 110 dollari dopo un picco pari a 130 dollari registrato nel 2015.
Il primo appuntamento di Cook come amministratore delegato di Apple ebbe luogo in occasione della presentazione dell’iPhone 4s; allora risultò evidente la disabitudine del CEO di fronte alle platee, ma tra qualche giorno, il 7 settembre, il dirigente presenterà l’iPhone 7 fiero di aver proseguito un progetto grazie al quale è stato creato lo smartphone più famoso del Mondo.
Probabilmente Cook si è realmente rivelato meno visionario di Jobs, ma di sicuro non gli si potrebbe rimproverare la mancanza di ambizione: device come l’Apple Watch sono nati sotto il suo controllo, per non parlare dell’avventura nello streaming audio con Apple Music, del rilancio del set-top-box Apple Tv, delle soluzioni per la domotica e l’automotive targate Cupertino.
Oggi Apple e Cook devono fronteggiare anche alcune questioni spinose, la saturazione del mercato smartphone e le recenti sanzioni richieste dalla Commissione Europea per la Concorrenza in primis, ma l’attuale CEO può contare su un management tra i più qualificati (e meglio pagati) in ambito enterprise.