Apple ha deciso di aggiornare le policy dedicate agli sviluppatori di applicazioni per il suo ecosistema introducendo alcune linee guida più restrittive per quanto riguarda gli acquisti in-App. Le modifiche apportate sembrerebbero motivate dall’esigenza di tutelare maggiormente gli utenti e di escludere alcune modalità di transizione forse ritenute non abbastanza affidabili.
A questo proposito è utile citare il divieto di utilizzare gli NFT (Non-Fungible Token) per effettuare gli acquisti in-App. Tale novità riguarda esclusivamente i sistemi di pagamento perché in ogni caso gli sviluppatori avranno la possibilità di rendere visibili i token nelle applicazioni e di utilizzare gli acquisti in-App per commercializzare NFT e i servizi a corredo.
Un secondo punto molto rilevante riguarda il divieto di sbloccare alcune funzionalità, come per esempio i contenuti esclusivi, le sottoscrizioni premium e i livelli di gioco, direttamente dalle stesse applicazioni. Ciò significa in pratica che a questo scopo non potranno essere impiegati dei QR Code, delle criptovalute o delle chiavi di licenza forniti dalle software house.
Sempre a proposito delle transazioni monetarie, le nuove regole non consentono di includere nelle applicazioni dei collegamenti o dei pulsanti a sistemi di pagamento esterni alle piattaforme della Casa di Cupertino. L’intenzione di tenere tutti i movimenti sotto controllo per incrementare il flusso di cassa delle commissioni appare quindi abbastanza chiaro.
Un discorso a parte meritano le applicazioni utilizzabili per la gestione delle campagne pubblicitarie online, queste ultime infatti non dovranno utilizzare obbligatoriamente gli acquisti in-App se al loro interno non presentano dell’advertising. Tale eccezione viene però a decadere nel caso in cui i contenuti vengano spinti tramite pubblicità sui social media.