Nella mattina del 26 luglio diversi Italiani hanno ricevuto una notizia non particolarmente gradita nelle loro caselle di posta elettronica, il colosso del commercio elettronico Amazon ha infatti comunicato per email che il prezzo dell’abbonamento al servizio Prime aumenterà a partire dal 15 settembre 2022. Il rincaro previsto non è di poco conto.
Amazon Prime è una formula che permette di accedere a diversi vantaggi tra cui quello di non dover pagare le spese di spedizione su milioni di prodotti presenti nel catalogo del gruppo creato da Jeff Bezos, sono poi disponibili altri servizi come per esempio la fruizione di musica, giochi e libri nonché film e serie TV trasmessi tramite la piattaforma Prime Video.
Ma veniamo agli aumenti previsti per i sottoscrittori: il prezzo dell’abbonamento mensile a Prime passerà dagli attuali 3.99 euro al mese a 4.99 al mese, in sostanta 12 euro in più all’anno; il prezzo della sottoscrizione annuale passerà invece da 36 euro a 49.9 euro. Come specificato nel messagio tali modifiche sono state applicate in conformità con quanto previsto dalle policy del servizio.
Amazon giustifica l’aumento dei prezzi dei suoi abbonamenti con l’inflazione
Quali sono le ragioni di tali aumenti? Nella mail i portavoce di Amazon parlano di un incremento "generale e sostanziale dei costi complessivi dovuti all’inflazione" e quindi di circostanze esterne che non sono sotto il controllo dell’azienda californiana. Tale motivazione non sorprende in quanto è alla base degli aumenti di prezzo di diversi altri servizi online.
Nel caso specifico di Prime si tratta del primo aumento di prezzo in Italia dal 2018, quando passò dal 19.99 euro a 36 euro all’anno. Ad aumentare è anche la formula Prime Student, dedicata agli studenti universitari, la cui sottoscrizione annuale passa da 18 euro a 24.95 euro mentre quella mensile passa da 1.99 euro a 2.49 euro al mese.