Secondo una studio condotto dai ricercatori di Oliver Wyman per conto di Amazon, la diffusione del commercio elettronico non danneggierebbe i negozi fisici ma, al contrario, ne favorirebbe la crescita. Nel contempo si registrerebbero dei vantaggi sia in termini di diminuzione dell’impatto ambientale che di incremento dell’occupazione.
I dati raccolti riguarderebbero il mercato europeo dove il commercio al dettaglio sarebbe riuscito ad adeguarsi alle nuove sfide lanciate dall’e-commerce riorganizzando le dinamiche distributive e sfruttando quanto più possibile le soluzioni multi-canale. Ne consegue che gestire un negozio fisico non significa più vendere soltanto offline.
Analizzando i risultati della ricerca si scoprirebbe che attualmente l’e-commerce sarebbe in grado di raccogliere soltanto l’11% del giro d’affari prodotto dal retail, per un totale di 251 miliardi di euro. Tale settore nel suo complesso avrebbe generato invece ben 2.189 miliardi di euro grazie ad una crescita del 2% annuo tra il 2010 e il 2019.
Considerando lo stesso periodo, la crescita annua dello shopping online sarebbe stata del 15% con una partecipazione del 50% sull’aumento totale del ricavato dalle vendite calcolabile in 174 miliardi di euro. Questo sarebbe avvenuto nonostante nel Vecchio Continente vi siano stati Paesi in cui l’incremento è stato limitato (intorno al 5%) e altri con performance nettamente migliori (fino al 20%).
A guadagnare dall’alleanza con i canali online sarebbe stata soprattutto la distribuzione organizzata, il cui market share sarebbe passato dal 42 al 48% con un saldo positivo di 14 miliardo di euro, diverso il discorso per il piccolo commercio al dettaglio che avrebbe registrato una flessione annuo dell’1.5% e un saldo negativo di 20 miliardi.