L’emergenza creata dalla pandemia Coronavirus (SARS-CoV-2) avrebbe incrementato notevolmente il giro d’affari di Amazon la cui capitalizzazione sarebbe cresciuta di almeno 90 miliardi di dollari nel periodo compreso tra la metà di febbraio e la fine si aprile, nel contempo la fortuna personale di Jeff Bezos avrebbe registrato un aumento di circa 5 miliardi.
A conferma del momento positivo per il colosso di Seattle vi sarebbe anche il fatto che nel corso della metà marzo il valore dell’S&P 500, cioè l’indice di Borsa che comprende le 500 società a maggiore capitalizzazione presso Wall Street, sarebbe calato di 13 punti percentuali contro i 9 guadagnati da Amazon nel medesimo arco di tempo.
A favore del gruppo statunitense vi sarebbe anche la previsione secondo cui le settimane di lockdown affrontate dai consumatori avrebbero mostrato a questi ultimi, e soprattutto a quelli fino ad ora più diffidenti, tutti i vantaggi dell’e-commerce. Inoltre gli analisti USA si starebbero mostrando particolarmente ottimisti riguardo alla possibilità di una rapida ripresa dopo l’attuale recessione economica.
A crescere non sarebbero state soltanto le attività correlate al commercio elettronico, ma anche i servizi basati sul Cloud Computing di AWS (Amazon Web Services) rivelatisi indispensabili per il passaggio forzato di milioni di lavoratori allo smart working. Rimarrebbe però il nodo riguardante i costi di esercizio che potrebbero essere stati particolarmente elevati.
In ogni caso il modello si business scelto da Amazon ha abituato i suoi azionisti a investimenti ingenti che, tra l’altro, si sarebbero rivelati quasi sempre remunerativi. La logistica del gruppo ha poi retto efficacemente l’urto di un maggior flusso di ordini e Seattle avrebbe in programma altre 75 mila assunzioni grazie alle quali rafforzare ulteriormente il proprio organico.
