Il monitoraggio eseguito dall’Agenzia delle Entrate nel corso delle prime due settimane dall’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica B2B (1 gennaio 2019) avrebbe permesso di registrare l’invio di ben 34 milioni di e-fatture al sistema di interscambio che si occupa della loro raccolta e gestione. Contestualmente sarebbe stato osservato un decremento nel numero dei documenti non conformi.
In pratica, al momento dell’esordio e nei giorni immediatamente successivi la percentuale di errore rilevata sarebbe stata pari all’8%, per poi scendere rapidamente a 5 punti. si tratterebbe in ogni caso di percentuali nettamente inferiori a quelle misurate alcuni anni fa quando l’obbligatorietà riguardava l’invio di fatture elettroniche alla Pubblica Amministrazione.
Ma quali sono gli errori compiuti più frequentemente da chi compila una e-fattura? Stando sempre alle rilevazioni del Fisco essi riguarderebbero nella maggior parte dei casi (il 36%) la mancata conformità del file alle specifiche previste, seguirebbero poi le fatture duplicate (26%) automaticamente scartate dal sistema di interscambio.
Molto meno presenti gli errori riguardanti l’indicazione di una partita IVA sbagliata o di un codice fiscale non corretto (6%). Per il resto i numeri esposti parlerebbero di oltre 580 mila operatori economici che avrebbero già utilizzato il sistema, più di 2.8 milioni di registrazioni di indirizzi telematici e oltre 2.5 milioni di QR Code generati.
Non mancherebbero comunque ulteriori critiche alle modalità scelte per l’attuazione dell’obbligatorietà, a tal proposito si segnala la recente iniziativa dell’ANC (Associazione Nazionale dei Commercialisti) che avrebbe inviato una lettera al Ministro dell’Economia Giovanni Tria lamentando malfunzionamenti e rallentamenti del sistema nonché scarsa assistenza per gli utenti.