Toshiba, multinazionale giapponese nota per la produzione di dispositivi elettronici e infrastrutture tecniche, potrebbe essere venduta al fondo statunitense Bain Capital in seguito ad un’offerta pari a ben 22 miliardi di dollari. Tale operazione dovrebbe essere possibile dopo il ritiro di un altro fondo, KKR, che si sarebbe allontanato dal tavolo delle trattative.
Per capire quanto gli asset di Toshiba sia particolarmente ambiti basti pensare che nel corso degli ultimi mesi i suoi vertici avrebbero ricevuto ben otto differenti offerte di acquisto, non a caso parliamo di una delle prime cento società al mondo per capitalizzazione e di un gruppo che può vantare un modello di business particolarmente diversificato.
L’abbandono di KKR non sarebbe dovuto alla necessità di ridiscutere la propria offerta, più propriamente quest’ultimo sarebbe stato interessato ad acquisire soltanto alcuni asset della Toshiba. I vertici nipponici si sarebbero però dimostrati contrari all’ipotesi di uno scorporo e KKR avrebbe rifiutato anche di operare l’acquisizione in partneship con il gruppo Blackstone.
Stando a quanto dichiarato di recente dal CEO di Toshiba Taro Shimada, l’azienda navigherebbe attualmente in buone acque anche grazie a profitti che nel corso dell’ultimo anno fiscale sarebbero stati pari a 1.4 miliardi di dollari. Entro il 2030 il fatturato annuo dovrebbe attestarsi sui 37 miliardi di dollari contro gli attuali 22 miliardi.
Queste parole sarebbero state pronunciate per rasserenare un clima caratterizzato ultimamente da frizioni tra azionisti e dirigenza, i primi infatti sarebbero riusciti a bloccare un piano industriale che secondo indiscrezioni prevedeva di creare tre diverse società scorporando i business relativi a "device e storage" e a "infrastrutture ed energia".